giovedì 19 febbraio 2009



Stavolta e' diverso.
e dubito fortemente di poter riassumere lucidamente, senza fermarmi a piangere di gioia ad ogni riga, l'inaspettato, dolce, vitale, profondo, vero, e forse meritato, incontrollato flusso di eventi, di qualche giorno fa.

e mi chiedo se fosse solo la tristezza, a far fluire biliosi flussi di parole, fino ad oggi.

Suona la prima delle tre sveglie, sotto i miei occhi gia spalancati, nonostante poco piu che un ora e mezza di sonno.
mentre raccolgo mozziconi e pensieri, vagando per la mia stanza, mi chiedo se sta succedendo davvero.
mi chiedo, guardandomi allo specchio, cosa sto facendo, e cosa mi aspetto.
di rimando, con un sorriso, la figura assonnata mi chiede per quale motivo io abbia aspettato cosi' tanto.
e mentre straborda il caffe', dalla macchinetta sul fuoco, mi vesto, mi ustiono il palato, e sono in strada. fuori c'e' il sole, e non esiste niente di meglio, per farmi sentire fuori dal mondo, mentre le mie pupille si serrano, spaventate e fragili.

in completa fibrillazione, sono in tram, in lauto anticipo.
tanto non avrei dormito.
cosa diro' ? come mi comportero' ?
saro' il cinico bastardo che sono diventato ?
saro' irragiungibile, freddo, ferito, o clemente ma oramai ugualmente irragiungibile ?
e sopratutto, chi sara' lei ?
in cosa si sara' mutato, cio' che dieci anni fa, provava per me ?
in quello che ho dovuto sperare, per tutto questo tempo ?

non lo so, e l'aritmia aumenta il dubbio.
mi rendo conto, sorridendo, nervoso, di non avere come al solito un piano. non so cosa faro'
e preferisco non prendermi in giro, su cosa desidererei.
i miei desideri li ho calciati via anni fa, troppo dolorosi, troppo veri.

sono in stazione e guardo l'orologio. tremo.
non conosco il binario, so solo a che ore la mia vita potrebbe dimostrarsi un fallimento irreversibile, nel far sentire a disagio, una persona cosi' importante per me.
fantastico sull'aria terribile che potrebbe avere il mio volto.
rammento i consigli degli amici "Vik, niente occhiaie, e stai con i piedi per terra".
troppo tardi cari, mi sto giocando il tutto per tutto, e l'ho saputo sin dall'inizio.

faccio appello alla logica, e non certo alle nozioni lacunose di geografia, e sono al binario.
lo percorro tremante, mentre coppie si baciano, ricongiungendosi, e vengo preso da una stretta al cuore.
la stessa che non mi lascia, anzi quasi mi ammazza, quando il treno e' vuoto, e lei non e' li.
e con gli ultimi battiti del mio cuore, mi allontano dal binario, e cerco altrove.
poi ti sento, e il mio sguardo cade su di te.

ci paralizziamo entrambi per un lungo istante, e io trascino le gambe sempre piu intorpidite, verso di te.

ti guardo negli occhi, e realizzo di essere nelle tue mani. o forse, purtroppo, completamente fottuto, immaginandoti imbarazzata, scappar via dicendo "forse e' stata una cattiva idea"
invece...

non una parola, dopo tutti questi anni, solo un abbraccio che ne riassume un milione, che toglie il fiato, che libera il pianto, cosi' vero che neanche adesso, riesco a trattenerlo.

respiro il tuo profumo. e semplicemente mi rendo conto di non aver mai smesso di amarti. allo stesso modo in cui maledissi l'amore stesso, per non corrispondere alla propria definizione.

cosi', dopo un abbraccio che dura dieci anni, e che soffoca entrambe le nostre voci, cerco di allontanarti quanto basta, per rivedere i tuoi occhi, e sorrido alla puntuale ciocca di capelli finita nella mia bocca.
ti guardo negli occhi. e non mi sento piu' uno stupido ad averti amato cosi' tanto.
solo terrorizzato, nello scoprire di amarti ancora cosi' immutatamente.
ci prendiamo per la mano, e il mondo scompare, la stazione si svuota, e la mia mente si inonda di ricordi, non esisti che tu. e ho paura.

non ricordo cosa ci dicemmo, e probabilmente neanche tu.

ricordo solo le parole, data la loro tenera assurdita', che ci siamo detti, una volta a casa.

prima che le tue labbra, cercassero le mie.

ed e' stato li, che la realta' ha cominciato a sgretolarsi, e ho cominciato a cercarti, con tutti i miei sensi, per essere sicuro che fosse vero, e non il piu cinico e realistico dei sogni, al termine del quale, la mia vita non avrebbe avuto piu alcun senso.
e invece...
e invece non era un sogno
e come disse De Andre', "non c'e' stato molto da dire o da pensare"
e' stato tutto magico, delicato e incredibile.
conoscerci e riconoscerci. terminare l'uno le frasi dell'altra.
intrecciare i nostri sguardi, febbrili. semplicemente magico.

cosi', in quelli che sono stati i quattro giorni piu' belli della mia vita, o probabilmente il caffe' piu lungo in assoluto, mi hai concesso di donarti il mio affetto, facendomi sentire un re.

premiando i miei gesti, e ricambiandoli con azioni e parole sincere, che non hanno fatto altro che alimentarne la forza, portando entrambi in un circolo vizioso di amore e follia.

adesso sono due ore, dal tuo ultimo messaggio, che non solo non posso smettere di pensare a te, alla tua voce ma non posso smettere di celebrare quanto mi stai rendendo felice.
voglio vivere la mia vita nel piu splendido dei modi, e regalarla solo a te, unico amore mio, finche' tu vorrai, non vorro' piu perderti per nessuna ragione al mondo.

e non voglio smettere di piangere: queste lacrime hanno lo stesso dolce sapore delle tue labbra.

1 commento:

ilsa ha detto...

Sono in treno che sonnecchio. Ogni tanto mi riprendo e penso:
-Eccheccazzo, com'è possibile dormire proprio ora! Si, vabbè, ti sei ritirata alle 4 passate. Si, una volta a casa hai pensato bene di farti passare quella sbornia
malinconica con un pacco di tortellini. Si, sono le 9 del mattino e il treno dà sonnolenza.
Però, però, però, stupida, ricorda dove stai andando, da CHI stai andando. Pensa, pensa intensamente a cosa fare, cosa dire, come dirlo.
Invece, l'unico pensiero martellante è: l'ultima volta che ho parlato con lui avevo 17 anni. Ero ancora minorenne. Che pensiero ridicolo.
Così arrivo a Lambrate e decido di passare gli ultimi 5 minuti da cardiopalma canticchiando la prima canzonetta idiota che mi viene in mente. Dancing queen. Mio dio. Niente di più inappropriato.
Poi scendo e ti cerco. Ogni uomo con la barba che vedo tra la folla del binario 13 mi fa trasalire.
Ma tu non ci sei.
A quel punto impazzisco. Non può essere che non si sia svegliato -penso- ecco, non è venuto. E come dargli torto, se gli ho chiesto
un incontro di cui neanch'io capisco il motivo?
Continuo a cercarti e a scervellarmi e a colpevolizzarmi per questo mio folle colpo di testa nel venire a milano così su due piedi, a milano da te e da tutto ciò che rappresenti.
Poi, all'improvviso ti vedo, o meglio "sento" il tuo sguardo che si è già posato su di me. Abbasso la testa.
Il mio non-piano...ci abbracciamo.
Il mio fasullissimo aplomb...premo la fronte sulla tua spalla mentre tu mi stringi la testa.
Le finte raccomandazioni a me stessa...inizio a piangere.Sento sul mio collo le tue lacrime.
E a ripensarci ora, dall'esterno deve essere stata una scena stucchevole: abbracci e pianti, in stazione, a s. "antonino" ,
con quella terribile canzone di baglioni. A (s)venderla a moccia &co ci potremmo fare quel famoso viaggio che sognavamo, ricordi?
Poi,a spezzare finalmente queste lacrime, la tua voce: -parleremo prima o poi?- e poi la mia- altri 5 minuti-.
Dammi altri 5 minuti che sto impazzendo. Vorrei accarezzarti, baciarti, dirti tutto. E vorrei fuggire perchè tutto questo è troppo per me.
Ma mi limito a chiederti 5 minuti e ad incanalare tutto questo e tanto altro ancora in delle semplici lacrime.
Poi il tram, casa tua...ci saranno state mille parole ed hai ragione, neanch'io le ricordo.Solo brevi istanti sconnessi: Casablanca, Coltrane, il mib30 (??!), il tuo divano, il tuo odore, la tua pelle.
Poi all'improvviso, il collo, le guance, le labbra...come 2 adolescenti. Noi siamo 2 adolescenti, quantomeno tra noi.
E in quel momento ho capito che dovevo mettere da parte buon senso e raziocinio. Ho capito che 2 ore a milano a parlare di stronzate avevano annientato 8 anni di assenza. E che quella sera non sarei tornata a casa.