venerdì 31 ottobre 2008

Aleph

un giorno come tanti. troppi, di una insipida vita.
mentre fiero del non aspettarmi nulla, me ne stavo per i cazzi miei, convivendo pacificamente con vecchi dolori ormai sovrastati da scialbi nuovi, e insignificanti fallimenti...
il telefono.
Mettendo da parte cio che ho bisogno di credere, forse illudendomi, proprio non saprei cosa ti ha spinta.
trasalgo dall'apparente realta', dimentico l'esame (ci crediate o no, porcodio) incasso la sorpresa, inaspettata, quanto, come probabilmente per sempre, difficile da affrontare, senza che quel che resta del mio cuore, sanguini.

vuoto, collasso su me stesso, incapace di razionalizzare, afferro con le unghia, cio che resta del mio senno, del mio spirito di sopravvivenza immediato, metto via il cellulare, stravolto, ma qualche modo defibrillato, miracolosamente scosso.

pesco dalla cesta la faccia meno peggio, e mi tengo in piedi.

temporeggiai, e risposi temporeggiando, incredulo.

in seguito, tra accadimenti di poco conto, e sporadici battiti, forse semplicemente spasmi, in petto, destinati ugualmente a riecheggiare da soli, e poi svanire, nel fumo della mia stanza... realizzai, o forse decisi di smettere di torturarmi dubitandone.
Nel lancinante e insanabile dolore, e dal derivante cieco bisogno, nessuna certezza, anche da poco, mi e' stata concessa.
Invece tu...
Tu, unica persona, che mi ha conosciuto davvero, mi ha voluto bene, mi ha permesso di dare il meglio di me, apparentemente sepolto, sembri non avermi dimenticato, pur non avendo infranto la tua vita contro un muro, ma dopotutto non ne hai colpa.

Resta a me da scoprire cos'e', questa incapacita' di, (forse il semplice autoesplicativo volere) andare avanti, accontentarsi del prossimo tiro di dadi, che qualche illuso chiama ugualmente amore, solo perche' non ha mai visto i tuoi occhi.

Cosi' aspettero', ancora troppo fragile, e lascero' che delusioni da poco, continuino a mortificare il mio fallimento, o la mia necessita' di lasciarti andare, senza saper come ingannare il mio tempo, o peggio me stesso.

mercoledì 15 ottobre 2008

starless...

cruel twisted smiles...
no more, thanks...
so long.

mercoledì 8 ottobre 2008

beccati questo, Mr nonmiaspettoniente

Quando smettero' di prendere in giro me stesso, forse smettero' di farlo fare anche agli altri.

lunedì 6 ottobre 2008

come un test di luci del cazzo

Ti dici "diavolo, dolcezza, ne capiro' qualcosa, ecco come dovrebbe uscire fuori, cerco di fartelo capire, con un linguaggio comune a entrambi..." invece no, la piu' ottusa delle donne, Maya (e nessuna si senta usurpata) semplicemente, mi ignora.

Cambio decay, alzo e abbasso l'intensita', con e senza Final Gather, proviamo la GI ? No meglio niente GI, ombre raytrace, naa le depthmap ci mettono di meno, hm schiaffiamoci dentro un nodo portal, ma prima ricontrolliamo il FG...

Le provi tutte e non cambia mai un cazzo.

Cio' che e' nero, restera' nero.

giovedì 25 settembre 2008

Noia e vuoto cosmico

tanto per contraddire, le menate antitecnocratiche di chi sostiene che ci si alieni con i videogiochi,
che si fugga dalla realta', cercandone una idilliaca e meno tediosa, e proiettando il proprio stufo io, in una dimensione nella quale si e' avventurosi mercenari.
niente di tutto cio'.
attualmente, mi sto annoiando, e lamentando con colleghi pionieri delle degradate periferie galattiche, ad EVE, pallosissimo gioco online, dove, guardacaso, non socializzo, e mi "diverto" a fare il minatore galattico.
dunque, c'e' da riconsiderare il videogioco, come parentesi noiosa e invogliante, a vivere una vita, quando possibile, piu stimolante.
adesso vi lascio, ho una noiosissima missione in cerca di pirati in una galassia inculata, non vedo l'ora di portarla a termine, e riprendere ad annoiarmi e lamentarmi del lavoro, qui nel ventunesimo secolo, e nello spazio soffuso della mia camera.

martedì 23 settembre 2008

she don't lie she don't lie she don't lie

le meningi pulsano, digrigno i denti e assaporo il fiato amfetaminico, deglutisco amaro, mentre le pupille si sgranano e la clessidra sembra scandire un tempo interminabile.
inforno lightmap e le cpu non mi stanno dietro.

buona si, ma come disse un mio amico, e' come le donne, mai veramente buona...

giovedì 18 settembre 2008

Vecchio un quarto di secolo...

cazzo, detta cosi' suona proprio male,
non staro' quindi qui a parlarvi di navi da guerra in fiammo lungo i bastioni di Orione, o di lacrime nella pioggia peggiorerebbe solo le cose.
mi sento vecchio, prima che maturo, mi alzo dal letto, giro il monitor, e penso al lavoro...

almeno qualche sorriso l'ho rimediato, forse non sono tanto pessimo come credo

lunedì 15 settembre 2008

amore sul fondo del lago

Nel suo buoio laboratorio, solo e senza altri pensieri, un orologiaio trascorreva le sue giornate.
fra ingranaggi minuscoli e delicati, e tele di ragni curiosi, passava la sua vita a confezionare piccoli capolavori.

non vedeva mai la luce del sole, pertanto divenne molto bravo a mettere insieme piccole parti, quasi mosso dal cuore e non dall'occhio.
cosi' con pinze, e piccoli giraviti, confezionava i suoi gioielli. ognuno diverso, e per ognuno ricordava cosa gli passasse per la testa, mentre lo metteva a punto.

gioielli che affollavano la sua minuscola casa, inaccogliente per chiunque altro che non fosse lui, o il tempo stesso.

a volte, dalle grate, bambini si affacciavano curiosi, e sebbene rumorosi, lui li ignorava e continuava a lavorare.

questo gli era valso il titolo di pazzo del paese.

non solo questo.

tutte le anonime persone, troppo paurose, per permettersi di impazzire come lui, bisbigliavano alle sue spalle, quando lo vedevano, solitario, recarsi al molo.

li, parlando tra se e se, e gettare in schiumosi mulinelli d'acqua, le sue creazioni, cosi' perfette, cosi' inutili a misurare un tempo che non scorre mai.

un giorno vuotato il suo sacco, e restato a contemplare le increspature dell'acqua, turbata dai suoi lanci, e il luccichio del metallo sul fondo, poi si allontano', ignorando come sempre le battute della gente.

curioso, un bambino, aspetto' qualche giorno, e arrivato sul molo, si getto' in acqua, per vedere quanti orologi ci fossero.

si aspettava mille bagliori, e che per magia la perfezione dei suoi manufatti resistesse alle intemperie e all'umidita'.

sorpreso, non trovo' nulla, ed emerse infastidito.

di nascosto, qualcuno, troppo timido, o forse troppo poco folle, raccoglieva cio' che il cuore dell'orologiaio partoriva in continuazione.
qualcuno, o forse solamente il fondo del lago, difficile a dirsi, l'orologiaio in fondo lo sapeva, ma a lui nulla importava, faceva solo quello che sentiva,

ovvero
confezionare orologi.

domenica 14 settembre 2008

Quella vecchia locanda

"amo il mondo, ma lui odia me".
Da Bangkok a Vicenza, fosse "solo" il mondo...
contento adesso ?

cosa cerchi ?

sabato 13 settembre 2008

sapore di lassativo per neonati

meno peggio del peggio, sicuramente.
ma resta quello che e'...
effimera illusione, che l'amaro possa anche esser piacevole.

mentre il sudore imperla la mia fronte, il monitor sputa dati e sentenze, e chiede istruzioni.
mi chiedo se sia tutto qui.
per ora sembra di si, e ne assaporo la relativa ebbrezza, senza aspettarmi piu nulla.
le labbra e la lingua intorpidite, dalla mia unica amante, sempre pronta ad accogliermi sadicamente, quando per le altre sono meno di nessuno.

dopotutto a volte anche l'amaro in gola, e' quanto di piu dolce si ci puo' permettere.

al diavolo tutti.

martedì 9 settembre 2008

doveva capitare...

lo sapevo

l'ho scacciato nei pensieri,
postponendolo alla paura della morte e della guerra nucleare, alle cazzate sentimentali delle quali a nessuno importa (di certo non all'altra parte), al caldo che ancora si fa sentire, (l'altra parte ormai non piu)

ma sarebbe successo.

cosi' riapro Maya, un cumulo di immagini sui pc, poche direttive, zero voglia di fare.
uno spot di un auto, dove l'auto non c'e'...

non mi ricordo un cazzo delle Nurbs...
cosi', ironia della sorte, ripesco un vecchio tutorial, al quale, come un cretino, ancora sono legati inutili ricordi. mi sento patetico a guardarlo quasi con le lacrime agli occhi.

mi preparo un drink: il mio amore estivo, Amaretto Sour, complice di tanta spigliatezza e superficialita', brillanti, in una miniera di carbone al femminile.

il drink fa schifo, io non sono un barman, non ho uno shaker, e camera mia non e' di certo la Penisola Sorrentina. per non parlare dell'assoluta assenza di figa.

cosi', come al solito lamentandomi, mi rimbocco le maniche, o almeno fingo, accontentandomi di quella che sembra essere la mia vita.

bestemmie al terminale, e tanti saluti a quello che fu.

cheers !

sabato 6 settembre 2008

sono intrattabile, lo so

e' che mi sono rotto il cazzo di tutto e di tutti

a partire da me stesso, fino allo sconosciuto per strada.
banale giustificarmi, non e' colpa mia, ma della mia evoluzione.

fatto sta che sono stanco, vorrei gridare, ma nessuno che mi circonda, avrebbe orecchie abbastanza forti o attente, da sopportarlo, e finirei per chiudere il muro definitivamente.

homo faber fortune suae , dicevano
ma a parte che sono morti ugualmente tutti, quelli che lo dicevano, io non ce la faccio piu, a martellare un pezzo di metallo che non prende mai forma, e se la prende, e' sempre piu spigolosa e impervia.
sono stanco di fingere di agire, sono stremato dal guardarmi attorno e vedere i medesimi loop logici che si susseguono, e nella loro prevedibilita' mi spaventano sempre piu.
ho bisogno di reagire.
ma reagire, per definizione, e' una risposta a qualcosa.
ho bisogno di qualcosa, di qualcuno senza un secondo fine, di una carezza sulla testa, o di uno schiaffo sincero.
sono veramente al limite, non c'e' neanche piu' gusto a scendere ancora di piu.

e tu che neanche non mi conosci, cos'hai da guardare ?

venerdì 5 settembre 2008

credenze impopolari

Qualcuno crede che tra poco msn "chiuda"

o che dopo essere stato contattato personalmente e in via del tutto ragguardevole da Mr Bill Gates in persona, sara' possibile continuare ad utilizzarlo gratuitamente.

oppure, che qualcuno guarito dalla diarrea cronica voglia condividere la sua esperienza divina con te.

o magari, che l'amore della tua vita, ti segue da lontano, che fra 7 minuti in punto si fara' sentire.

o che, ancora piu assurdo, le persone speciali non si dimenticano mai: o succede continuamente, o io non sono speciale per un cazzo.

Bene signori, io non credo in nulla, credo solo che la mia casella di posta debba essere l'ultimo baluardo difendibile almeno dalle proposte di allungamento del pene, per favore, amici miei che mi leggete, tenetemi fuori da queste catene del cazzo, porcoddio.

se volete dedicarmi un pensiero, se vi va di sentirmi, scrivetemi anche solo un "come va, stronzo"
ma non rendetemi partecipe delle vicissitudini della madonna di lourdes e delle sue apparizioni sulle tortillas

che di cazzate alle quali credo, gia ne ho fin troppe...

sabato 23 agosto 2008

non e' un paese per giovani

sirene, sguardi ostili.
l'auto con i fari mezzo rotti, corre nella notte, sussultando sull'asfalto irregolare.
pattuglie, individui sospetti.
puttane dell'est, telecamere nascoste.
in quella che sta diventando sempre piu gotham city, bisogna stare attenti sia alla legge che ai criminali.
patentato ancora per miracolo, libero per scherzo, sfido la legge e la sorte.
il sole sta sorgendo, fuggo dalla sua vista, aspetto ancora la luna e il suo velo materno, sulle nostre innocenti ma pericolose traversate.

mercoledì 13 agosto 2008

ultime parole famose...

Ti ho fatto la parmigiana di melanzane, il catto' di patate, i puparuncielli di fiume, c'e' la provola fresca e la pasta al forno.

da domani dieta pero', eh...

lunedì 11 agosto 2008

pietre

su di una spiaggia fra miriadi di sassi tondi e affusolati, una roccia scalfita e spigolosa, si riposo' da un tumulto di correnti, che li la porto'.
d'un tratto tutte interruppero l'armonioso tondeggiante superficiale scivolarsi addosso, per fissarla.
cosi' diversa cosi' spiacevole alla vista e al contatto.
lei non vi bado', infranta e affranta com'era.
ogni graffio, ogni spaccatura, era un ricordo di un forte impatto, ogni bruttura, una ferita.
nessuno l'avrebbe limata, i loro sguardi si limitavano a notare la sua diversita'.

poco distante, ubriaco, a faccia in giu un uomo inventava questa stronzata, l'ultima birra ancora in mano, il cuore perso in un paese distante. intorno a lui, pietre affusolate, insensibili alle correnti, scivolavano lontano da lui.

il punto ? nessuno, filava meglio quando ero ubriaco

venerdì 1 agosto 2008

aspettavo

un giorno, di troppi identici.
appiccicosi ed apatici.
mi svegliai senza mal di testa, cominciai a vagare per casa.

raccogliendo pensieri e lattine vuote, e differenziandole negli appositi sacchetti.
per una beffa del destino, ripesco un tuo vecchio messaggio, gelido e cinico, colmo di cattiveria e menefreghismo, carico della forza del verme che ti scopava, su di un telefono che non uso piu.
e altrettanto ironicamente, da un libro di Bukowsky, scivola via, un biglietto che scrissi per te, dove con una carezza ti lasciavo a letto, uscendo in cerca di cornetti caldi.

cosi' in un momento ebbi un illuminazione.
si, ero incazzato, forse non con il destino, ma con te.
con te, che preferisci guardarmi da lontano, come stai facendo adesso.
con te, che hai trattato il resto del mondo, come avresti dovuto trattare me, e mi stai lentamente lasciando scivolare via, mentre il tuo viso stara' deliziando altri occhi.
gli occhi di qualcuno che sai bene, non ti scrivera' poesie, non accettera' bassezze, non ti conoscera' come ti ho conosciuta io.

sai, le persone sono molto complesse, e non ci vuole molto, che cambino a seconda di chi gli sta vicino.
ti ho conosciuta bene, nelle tue luci e nelle tue ombre, e quel che ho capito, e che tu difficilmente vorrai capire, e' che insieme, in un modo o nell'altro, eravamo entrambi persone migliori.

cosi' guardo l'orologio, e alla finestra il sole sta lasciando spazio alla luna, la stessa che da tempo non mi parla, che cerca l'attenzione di altri principi azzurri.
pesco vestiti a caso dal mucchio ed esco
esco, in preda alla malinconia, e senza una meta precisa, mi ritrovo in una parte della citta' che ho attraversato mille volte. qualcosa che mi manca e che non e' piu la stessa.
ed e' in quel momento, quando con gli occhi lucidi osservo la polvere sulla tua finestra, e torno indietro, che comprendo perche' sono qui.

sono qui perche' aspettavo
aspettavo invano, aspettavo speranzoso.
non volevo smettere di crederci.

adesso so che l'ho fatto solamente per me.
mentre tu sei nelle braccia di chissa' chi, e per motivi che neanche tu vuoi conoscere, mi osservi da lontano, chiediti perche', per me, non hai mai avuto la forza di darmi un sorriso quando te lo chiedevo.

torno a casa, e prenoto un biglietto, su di un affollato, caldo treno, che mi riportera' lontano, almeno da quella strada oramai insignificante, per me.

domenica 27 luglio 2008

I miei nemici si somigliano tutti

Inquietante...

ben vestito, attento ai modi
linguaggio forbito, satollo di immeritata fortuna.

sei un serpente che non striscia, ma calpesta.
arrivi dove puoi, colmi con svergognata sfacciatagine, i vuoti della fiducia altrui,
delle debolezze delle persone.

sicuramente scopi piu di me, nessuno lo discute.

quando cogli uno sguardo di sfida, ti raggeli, pero'.

ti chiedi se il tuo bluff possa reggere con me.
ti chiedi perche' non ti chiamo "capo", o perche' non mi affascini come ti riesce con le fighe
ti chiedi per la prima volta che carte hai in mano.

e se per una volta, la fortuna non ha premiato come sempre i viscidi, sudi freddo.
punti i piedi, digrigni i denti
piagnucoli come un moccioso, la nevrosi dilaga, incolpi il mondo in cui fino ad ora hai sguazzato.

"and when you lose control, you'll reap the harvest you have soiled" (dogs, pink floyd)

scacci l'umana umilta' come un virus, non le devi nulla, per essere dove sei li.
ed una sola briciola di essa, scardinerebbe anni di bugie e falsita'.

dammi solo un po di tempo, per me non e' facile.

pero' ti faccio il culo.

uno ad uno, fino ad arrivare allo stampino che vi vomita tutti uguali, ed estirpare per sempre, cio' che mi fa vergognare di avere qualcosa in comune con voi.

solo un po di tempo, la rabbia c'e' gia.

martedì 22 luglio 2008

tutto e subito

driin...

o forse un altro suono, non ci faccio caso
suona la sveglia
e mi ritrovo nella polvere di ieri
la scaccio via e lavo la faccia dal muso lungo
fuori, un mondo ostile, dentro una desolazione urlante.
un lavoro, per nulla soddisfacente, lascia solo il tempo ai rimpianti.
al vuoto senza nome che riempe il resto del mio tempo.
sono di nuovo a casa, e stanco conto le ore, che porteranno la mia mente
dove lo stesso non ci sarai.
dolce, una lacrima mi solca il viso.
giusto il tempo di un ricordo, e sulla mia bocca e' gia salata.
mi abbandono, e sogno un altra vita.

driin...

sabato 19 luglio 2008

L'altro me

L'altro me, inaspettatamente, si alzo' in piedi, e con una scusa congedo' i presenti.
costretti alla convivenza in un unico goffo corpo, siamo giunti al
compromesso, che educatamente, quando si fa vivo, ci allontaniamo dagli
altri, dagli sconosciuti, che ignari ci lasciano fare.

Allora, qual buon vento ?
Nulla, volevo sapere come te la passi.
Lo sai benissimo.
Sempre cosi' aggressivo nei miei riguardi, dopotutto sai benissimo che solo io ti conosco.
E la cosa sai che mi da fastidio.
Pero' ti difendi bene.

Nessuno si e' accorto di nulla, dopotutto non serve che io apra la bocca, per litigare con me stesso.

Allora, la vita sta cambiando, vero ?
cosi' sembra, e, sai, dopotutto non mi interessa, chi di noi due avra' il sopravvento.
me la daresti vinta cosi' facilmente ? codardo...
sei troppo piu bravo di me, a far buon viso a cattivo gioco, e ora sembra che serva solamente questo...

non hai nessuno a cui far "cattivo viso a cattivo gioco" ?
oramai credo di no...
sempre il solito melodrammatico... pensi ancora a quella li ?
che importa...
eccolo che si rattrista inutilmente per l'ennesima volta...

senti, lasciamo perdere ok ? anzi, ecco cosa faro', io cedo il passo, la
scena e' tutta tua, rientra, e sfoggia il tuo miglior sorriso, io me ne
restero' per conto mio chissa' dove, e se un giorno ne varra' la pena, mi
mostrero' a qualcuno, prima di allora, lasciami solamente ricordare.

affare fatto, non mancherai a nessuno, compare

spengo la sigaretta e rientro

venerdì 11 luglio 2008

Bevuto troppo poco

Jethro alzo' lo sguardo e lo distolse dal nulla.
l'invadente e dozzinale beat gli invadeva le orecchie,
pupille ostili lo stringevano.
che cazzo ci faccio qui, io non mi diverto cosi',
si disse subito.
io vivo nel passato.

porto' la birra alla bocca, e ne degluti' un sorso,
alleato a breve termine
contro il caldo che lo opprimeva. s'accorse di qualcosa,
forse cenere, che vi galleggiava dentro,
ecco perche' era cosi' amara.

come in una pietosa amnesia, si guardo' attorno e si chiese cosa ci faceva
li, cosa diavolo cercava. o peggio, di cosa si stesse accontentando.
strobo, parole intermittenti, estranei ovunque.
lei usci' dal bagno e gli sorrise.

ecco cosa ci faceva li.
si scosto' dal muro, fini' la birra, con una smorfia, e poco convinto,le
ando' incontro, sfiduciato di se e dei sentimenti.

Fumiamo una sigaretta ?

fuori, la luna sembrava guardarlo gelosa.
lui, con un pizzico di cinismo, la stava tradendo per un assaggio di
superficialita', tanto per prendersi in giro, e per tornare da lei la notte
stessa.
mentre l'altro me si sforzava di essere brillante, mi guardavo attorno, i
gesti, il vestiario, la musica e le parole della gente, mi facevano sentire
fieramente alieno.

Scusa, vado un attimo al bagno anche io.

fra le pareti luride e imbrattate di inutili scritte
(disperati tentativi
da parte di dislessiche nullita', di lasciare un segno nel mondo, ma tanto
piu della parete di un cesso lercio, null'altro vi ricordera')

mi guardo allo specchio e cerco di riconoscermi. lavo via il sudore, ma
l'intolleranza rimane sui miei occhi stanchi.
In che anno siamo ?
e' dunque questo quello che fanno gli esseri umani ?

la figura nello specchio non mi risponde, mi osserva curiosa.
si specchia a sua volta in me, misurandosi le occhiaie, e gelida risponde:

Non sei un pesce fuor d'acqua, amico... sei gia in padella.

le volto le spalle, ed esco dal bagno

Tutto bene, non avrai mica bevuto troppo ?

Tranquilla, avro' bevuto troppo quando tutto questo mi risultera'
sopportabile....prendiamo un altra birra, o torniamo a casa ?

martedì 8 luglio 2008

Anonimo provocatore

Adoro il social networking
Adoro questi tempi
Adoro questo paese

come se non bastassero gli stronzi che conosci, internet non e' una finestra sul mondo, e' un piede in piu, col quale puoi pestare uno stronzo sul marciapiede.

Cosi', qualche verme che conosci, o qualche moccioso sconosciuto, si prende la briga di dirti la sua, senza che a te interessi, senza che tu gli possa rispondere, senza nessuno sfizio.

Perche' non apri un blog, lo chiami "I VERI BUONI" e mi fornisci un fulgido esempio di come non si ci "stringa il cazzo", magari mi spieghi come si ha successo con le donne, come si campa con un lauto conto in banca, come ci si sente una persona migliore dentro un cazzo di Armani.

Sai cosa ? se sei chi immagino, faresti meglio a cambiare aria, e sperimentare i tuoi giochetti altrove e con qualcun altro, se non ci conosciamo, invece, tanto meglio per te, figlio di puttana,

fintanto che mi stringero' il cazzo, non faro' del male a nessuno, io.
Mi basta per sentirmi non dico buono, ma meno una merda di tutti voi...

venerdì 27 giugno 2008

Shelter from the storm ?

Si tolse l'elmo, madido di sudore ne spunto' il volto incredulo...

"Non e' per te, figurati, sei stato tanto caro, e' che ho avuto un periodo di merda: prima la mela avvelenata, poi il lungo sonno, la prigionia nel castello, e quel principe ben piu azzurro di te, col quale pero' non ho perso tempo a concedermi..."

Lui davvero non capiva, la spada ancora sporca di sangue, e le ferite ancora bruciavano.
Solo che ora il dolore, davanti a una simile risposta, lo sentiva tutto, e l'amore da lei cosi' tanto sottovalutato, non lo teneva piu in forze

"Quindi ora voglio lasciarmi tutto alle spalle, grazie di tutto, scusami del fastidio, e se permetti, torno a fare la sciaquetta nella foresta nera, sempre meglio di averti al fianco sospirante e innamorato. addio.

E vissero tutti inutilmente, e per cazzi loro.


Morale ?

Soffri, lotta, credici, fai le cose col cuore... tanto i buoni non stringono mai nulla.

domenica 8 giugno 2008

cinque e trenta

Varcai la soglia della cucina grattandomi il culo.

non sapevo di preciso che ore fossero, ma le luci dell'alba ancora sopivano, quando guardandomi attorno cercai qualcosa da desiderare, per porre
il continuo apparente freno ad inutili desideri, ben lontani da un morso di qualcosa o un sorso di caffe'.

invece e' proprio quello di cui mi accontentai,
dato che l'amore non lo trovi in frigo, e il calore non di certo in dispensa.
la caffettiera fredda e incrostata, e il suo viscido e amarognolo caffe', mi regalarono una smorfia di disgusto.

tornai a letto, e mi accesi una sigaretta.

fuori, il cinguettare degli uccellini, acuiva la mia distanza dal mondo, scandito da ritmi precisi, e pasti preconfezionati.
squilla il telefono.
non rispondo, tanto non mi cambiera' la vita, al massimo si sforzeranno di farmi cambiare il piano tariffario. poco conta, la mia agenda piange.

non avesti la forza di starmi vicino, e di ridarmi la vita con una carezza, te ne andasti, credendomi carnefice, e rinchiudendomi in un cassetto fra qualche fotografia.

debole e ingiusta, affondasti nel fallimento, per mano di vigliacchi, che premiasti regalandogli la tua tenacia, senza mai guardare indietro, a chi ti avrebbe regalato la sua.

impigliata, e colpevole, nelle sue bugie, mi lasciasti li dove non mi avresti piu potuto raggiungere, o semplicemente dove io non ti avrei piu vista.
o voluta vedere, tenace, determinata, e sconcertantemente cosciente, di abbracciare la merda, e affondarci dentro felice.

chi mi e' troppo distante, per accarezzarmi il viso, mi crede felice, crede la vita debba sorridermi. non e' detto non sia cosi'.

forse sono solo io, che, frustrato, non le ricambio il sorriso...

spengo la sigaretta, e cerco di non pensarci piu di tanto.

giovedì 15 maggio 2008

tourette thoughts

cose che vorrei scrivere, ma che non penso.
o meglio, qualcose che vorrei scrivere, ma alle quali non penso.
e cose alle quali penso, alle quali di certo non vorrei pensare, ne tantomeno delle quali scrivere.
...
marzapane...

marzapane pero' ha un bel suono.
anche un buon sapore, pur non avendo senso, trovate ?
non in un questo contesto.
tuttavia, se nulla ha granche' senso, o non per forza vogliamo dargliene,
talvolta e' piu comodo...
a quel punto, per dio, che ci basti il suono
o il suo sapore dolce
e non pensiamoci...
...piu di tanto...

lunedì 28 aprile 2008

Io non saro' il Petrarca...

Attenzione, il grande fratello e' alle tue spalle...

sabato 5 aprile 2008

Il grande Crash



















Viviamo in un sistema fallato.
Fine delle trasmissioni...

martedì 4 marzo 2008

"cinque euro dal puffo"

3 anni a milano
3 anni di abbronzatura 1280 x 1024 e di sana fotofobia

improvvisamente, giusto in tempo per procurarmi un umana fonte di malinconia, mi procaccio una vita sociale, con impeti di mondanita'

impeti di mondanita', che fanno rimpiangere il triste binomio inattivita'/carodroga.

mmocc a maronn (per l'orifizio orale della "vergine" maria)
mi lamentavo che con cinque euro dal puffo ti intrattenevi scarsa mezz'ora, sebbene circondato da minacciosi e chiassosi alcolizzati.
qua invece, immerso nei neon, e cullato dalle rassicuranti versioni lounge di tutti i piu miti e pallidi successi musicali pop, un litro d'acqua costa quanto il parco ed illegal fagotto di cui sopra.

tacciatemi di provincialismo, e di malinconia spicciola,
ma se l'ozio e' il padre dei vizi, il neon e' quello degli stronzi.

venerdì 29 febbraio 2008

finalmente artefice

Non saranno troppe, tredici ? si chiese ironicamente, mentre le contava nel palmo della
sua mano, ripassando a mente le controindicazioni.

cio' che la societa' addita come una facile fuga, e la religione come un peccato
offensivo verso l'alito divino, era solamente la soluzione piu dignitosa.

si trovo' a chiedersi cosa sarebbe stato, se con la stessa fermezza e razionalita', con
la quale si stava allontanando dal proprio corpo, avesse affrontato il vortice che fin li
lo aveva portato. ma il passato non torna, se non sotto vesti diverse, richiamando i medesimi errori.

Poi, come quando esci di casa, e controlli di aver preso il telefono, e spento il gas, passo'
a mente tutto cio' che aveva lasciato in sospeso.
un libro' sul comodino, che non avrebbe mai terminato; un numero di telefono
scarabocchiato su di un foglietto, al quale non avrebbe mai telefonato, e parole oramai
prive di ogni senso, che non avrebbe mai detto a nessuno.

venuto al mondo suo malgrado, lottato invano per una felicita' beffardamente vicina ma irragiungibile dietro un muro di cristallo, finalmente artefice, di null'altro se non della fine,

sorridendo, si addormento'.

mercoledì 6 febbraio 2008

al postino che bussa sempre due volte, alle otto del mattino

che ti si possa incancrenire il cazzo causa disuso.

un milanese e' gia al lavoro
una persona normale dorme ancora
io, nella migliore delle ipotesi, sono alla seconda ora di sonno.
io, nella fattispecie oggi, sono a letto a guardare stronzate al computer, e fra una puntata e l'altra dei griffin, a cliccare svogliatamente su un lavoro troppo in arretrato, per dormire sonni tranquilli.

li mortacci tua (voglio essere inter regionale) manco e' per me, la posta, il mio cognome non figura neanche sul citofono, e il fottuto pulsante non e' neanche in cima alla lista.
dunque :
A) come porchiddio sai che cacherai il cazzo proprio al sottoscritto, sfigato per predestinazione divina
B) perche' cazzo non c'e' un fottuto portiere o inserviente terzomondiale ad aprirti il fottuto portone o il cranio.
C) perche' sono qui a postare bestemmie, quando tirarti una chiave inglese/disco da mezzo tera rotto, dal balcone, e tornarmene seraficamente a letto, sarebbe stata la scelta vincente ?

Dunque, ora che la mia bestemmia mattutina, ti ha augurato una giornata pessima quanto la mia nella media, me ne torno a letto, felice di svegliarmi quando tutto questo cazzo di emisfero se ne sara' andato a letto, e smettera' di prodigarsi nel rompermi il cazzo.
e poi lo stronzo che arreca disturbo, con schiamazzi notturni, sono io.

venerdì 1 febbraio 2008

un ricordo

ero felice.
indossavo una camicia arancione a maniche corte.
il cielo era grigio ma non importava, ero sotto l'effetto dell'amore e dell'erba.
la giornata di scuola era finita, si rideva anche se il sole non voleva.
voci e facce conosciute.

"oggi mi rompevo il cazzo, e poi italiano sicuro m'inculava, cosi' siamo stati tutta 'a matina sul lungomare"

avvolta nel suo scialle viola, e col libro goffamente, a riparare lanosi capelli dalla pioggerellina, usci' di scuola,
viso da bimba sognante, crucciata e assorta nei suoi mondi,
stupenda.

venne verso me.

i miei occhi, come sempre, le strapparono un sorriso.
i suoi come sempre, la mia anima.
"Tutto bene ?"
annui' tenera.
poi cosa cazzo fai, quando hai quell'eta', in quel posto, e sei impossibilmente innamorato di quella persona ?
neanche lo ricordo, ci credete ?

comunque fini' male.
peggio, non comincio' mai.

e sempre piu' spesso, mi accorgo, che il mio cuore si perse proprio in quel dannato, e agli occhi di molti, dozzinale, limbo.

comunque...

oramai pioveva, ma neanche importava, ascoltavo paterno, quella vita troppo pesante per quel viso cosi' dolce.
fui brezza su di un mondo troppo fragile da poter sfiorare.
e seppi da subito, che null'altro al mondo, sarebbe potuto essere vero, quanto quel mio sentimento.

neanche mano nella mano, lasciammo la folla, diretti alla fermata del bus.

quasi soli, aspettiamo il sistematico ritardo ritardo dell'autobus.
arriva, e ci mettiamo a sedere, ancora assorti.

il controllore.

lei tranquilla. io le cinquanta dell'abbonamento mel'ero belle che fumate, e poi quel controllore aveva una faccia di merda,
oltre che l'aver aspettato il bus sotto la pioggia.
dico, per sei anni, sono andato avanti fra impietose scuse, e carismatiche giustificazioni: mai un cazzo di biglietto, e poi, cristo, era 1 chilometro al massimo.
"O scendi, o ti faccio la multa"
alzo le spalle, si aprono le porte, e mi becco l'acqua, a 200 metri da casa.
riparte, e mentre evito le pozzanghere, cerco lei dai finestrini, solo per sorriderle, ma non e' al suo posto.
il bus si ferma, dalle porte,avvolta nel suo scialle, salta in una pozzanghera, e schizzandomi mi sorride.
sulle nostre teste non pioveva, e non mi importava altro.
ed e' cosi' che voglio ricordarti.

domenica 27 gennaio 2008

Inutilmente tiepido

Adesso togliti i vestiti, disse la voce dietro la pistola.
lui quasi in trance lentamente le diede ascolto.
sgomento, ricordava la prima cena a lume di candela, i primi timidi approcci, la sottile intesa che maturava.
il benessere e la luce, che solamente quei due occhi sapevano dargli.
si accorse di avere freddo. e un brivido lo percosse, umiliando il suo grottesco corpo, nudo davanti agli stessi occhi, stavolta beffardi e cinici.
quando anche l'ultimo indumento, lo lascio', si senti' come un verme che si contorce, affiorato da una zolla di terra violentata da un aratro, e terrorizzato dalla crudelta' e dalla grandezza del mondo che gli si parava davanti.
la vide esitare, ma oramai gia morto dentro, non ne approfitto', se non per ferirsi ancora.
notando come per lei nulla significasse fargli quello, ma quanto avesse solamente paura per la giustizia. non quella che ci tiene vivi di fronte alle difficolta', ma quella umana, che ci punisce come monito, per addomesticare platealmente, il nostro essere belva.
e cosi', per lei, era solo un grosso corpo del quale sbarazzarsi. non un ricordo, non una lacrima, non una nota di dolcezza, nel sordo sbuffo di fumo che segui' il piombo.
cosi', in ginocchio, e privo di ogni maschera, se ne andava, pensando amaramente, a quanto l'amore che ancora provava in cuor suo, fino all'istante che il grilletto' scatto', non l'avesse difeso dal vacuo sorriso della sua aguzzina,
e dal gelido cemento, che ne accolse il sangue ancora, inutilmente tiepido.

martedì 15 gennaio 2008

Mi faccio un regalo

Sono uno stronzo
e questo e' bene tenerlo a mente
mentre mi faccio la barba, mentre canticchio sotto la doccia, mentre ti sorrido al distributore del caffe'.
il mio problema, e' che non sono uno stronzo con te.
sono uno stronzo con me stesso, e l'odio che provo verso la parte stronza di me, e' malatamente reciproco.
Felice, per l'imminente rientro a casa, guardo l'orologio.
nella citta' che corre sempre, tanto che se ha un infarto manco se ne accorge, non ci mettero' piu di 30 minuti a raggiungere la stazione, no ?
allora, perche' non avviare, con le valigie sul letto, e la giacca indosso, un bel defrag da boot, sulla partizione dove ho tutti i miei lavori, le mie foto, la mia musica, le mie donnine nude dai tempi del 56k ??
come ?? tempo restante 7 ore ?
bhe dovrei gia essere a napoli, per quell'ora... interrompiamolo bruscamente anche se sconsigliato a caratteri cubitali, no ?
perfetto...
chkdsk vomita una sfilza di errori, talmente copiosa e talmente violenta, che non riesco a leggere mentre scorrono, ma giurerei di scorgere anche delle pesanti offese su mia madre.
fantastico, windows si avvia che e' una scheggia !!!
PER FORZA, DIODANNATO, c'era mezzo tera di merda di software da caricare da D:\ !!!
l'ulcera mi comincia a tirare, e i miei amici tic nervosi, si fanno sentire tutti all'unisono.
un fantastico disco non formattato, dove prima c'era tutta la mia merda di vita (figuratevi)
cosi', col sole in fronte, mi appresto a recarmi alla fermata, dove non passa nessun cazzo di tram per 45 minuti.
e mentre la sciura maria si lamenta di non avere abbastanza tempo per scongelare i sofficini a quei rottinculo-colleziona-pokemon dei figli, io mi rodo il cazzo, immaginando lo Sfogliatelle-express, partire alla volta del paese del sole del mare e della madonna bukkakette.
senza di me, per dio.

poi all'improvviso, quando secondo i miei calcoli colcazzo che potevo prendere il treno, spunta il tram.
Quasi offeso, dal destino beffardo che ti prende per il culo, salgo sul tram, per vedere fino a che punto mi sarei dovuto incazzare.
comincio a pregare per un apparizione della madonna di Medjugorie, sui binari del treno.
sia che il macchinista fosse stato cattolico, quindi rallentato dall'apparizione, che un fottuto senzadioschiacciamadonne, sarei stato felice.
ma solo quando ad una sola fermata dalla stazione, mi accorgo che il treno partiva in quel minuto, telefono a casa esordendo con una bestemmia al contrario, quindi ancora piu satanica.
poi cosa successe ?
che ovviamente poiche' sono uno stronzo (vedete, c'e' coerenza, non e' solo stream of consciousness e bestemmie) decido di regalarmi anche un infarto, tendendo la mano morente, al treno che si allontana. cosi' comincio a correre, come solo uno stronzo in sovrappeso e pieno di valigie e hardware vario, sa fare.
e cosa vedono i miei increduli e impreparati ai colpi di fortuna, occhi ?
il treno e' ancora li !!!
per una volta nella vita, io faccio ritardo, e anche il treno !
cosi' eccomi pronto a prendere il posto a fianco ad una acida vecchia schifosa,
ad intraprendere un fantastico viaggio in treno (che si rivelera' una vera mmerda ma va bene lo stesso)
morale della favolta ?
cazzo non ci avevo pensato... mmm...
bhe, anche in un mare di merda, vale sempre la pena fare due bracciate, non si sa mai.